Mi capita spesso, quando sono a Madrid, di sostare in una caffetteria di Plaza de Castilla. Prima di immergermi nei ritmi della città e nella sua densità di vita, mi fermo in quel posto, proprio sotto una delle Torres Kio, per assaporare l’aroma di un buon café con leche.
Approfitto di quel tempo per decidere dove andare, per studiare il percorso in metro e valutare cosa fare. Quando ho deciso, resto lì per un po’ ad osservare la vita di quel luogo, tra il via vai di impiegati, giovani banchieri e dirigenti che affollano gli uffici intorno e si fermano in quella caffetteria per fare colazione, gustarsi una pausa caffè o pranzare.
Ogni luogo ha i suoi riti, quella che possiamo definire routine. Anche il luogo più vivace, imprevedibile, ha degli elementi che si ripetono giorno dopo giorno. E quel luogo, come ogni luogo, ha i suoi. Da quell’angolo mi fermo a osservare la vita di quel piccolo microcosmo, di quella parentesi esistenziale che, unita alle altre parentesi, forma l’espressione articolata e complessa di una metropoli.
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Ma perché mi piace fermarmi lì? Perché amo i contrasti di quel luogo, amo osservare uno spazio che di turistico ha poco e niente, salvo lo sguardo di qualche fotocamera che si perde lungo lo skyline delle inclinate Torres Kio.
C’è il tizio che staziona davanti all’entrata della caffetteria tutte le mattine, chiedendo qualche spicciolo. Sia che passiate per quel tratto di strada una volta sia che passiate cento volte, lui vi chiamerà sempre. Dopo un po’ di tempo, riconoscerete il timbro della sua voce che esclama “señora“, entrando anch’esso nello scenario quotidiano di quell’angolo.
Un giorno, osservando impiegati che consumavano in fretta pasti frugali e altri che lavoravano anche in pausa pranzo, mi è venuto in mente il video delirante di ‘Ray of light‘ di Madonna. E, proprio in quel momento, mentre le immagini caotiche di quel videoclip passavano nella mia mente, ho notato la presenza di un uomo intento a leggere un libro in tutta calma. Che strano trovare qualcuno che abbia la possibilità di “sprecare tempo” leggendo. Proprio lì.
Quando decido di andar via, noto il suo sguardo che mi segue. Credo abbia pensato la stessa cosa a cui ho pensato io. Che strano trovare qualcuno che abbia la possibilità di “sprecare tempo” scrivendo. Proprio lì.